Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Buticchi Marco
Titolo: La nave d'oro
Editore: Longanesi 2003
Un altro appuntamento con l'avventura attraverso lo spazio e il tempo, atraverso l'attualità e i misteri della storia di un passato sepolto, dove giornalismo, informatica, archeologia, politica, ecologia si mescolano fino a creare un affresco dai ritmi incalzanti dove, come in questo lungo e avvincente romanzo, si incrociano la Roma di Nerone, la lotta spietata fra cristiani ed infedeli per l'egemonia del Mediterraneo alla fine del 300, con Venezia che guarda verso il lontano oriente; ed il Giapponne dei giorni nostri, dove un genio del crimine ha stabilito il suo centro operativo volto, sotto la copertura di una multinazionale che controllla i servizi idrici, a sottomettere il mondo intero: dunque un po' James Bond, un po' Ken Follett, molti sono i rimandi ad un genere spionistico avventuroso che ha avuto molta fortuna. La qualità dei romanzi di Buticchi sta però in una ricostruzione storica minuziosa ed estremamente documentata, per cui gli scenari che ci vengono presentati sono davvero fedeli; in questo caso la Roma neroniana, gli intrighi di palazzo voluti da donne terribili come Agrippina e Messalina, i buoni maestri che tentarono di correggere le tendenze perverse del giovane imperatore, la costruzione di una mitica nave d'oro che sarà oggetto della ricerca dei personaggi contemporanei che pure sono presenti nella vicenda, rendono questo romanzo di gradevolissima lettura.

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